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Buongiorno a tutti,
ho una domanda riguardante l'utilizzo della mia nuova Sony Alpha 6400 con un filtro polarizzatore.
Ho questo filtro da anni:
https://www.sony.it/electronics/obiettivi-fotocamera-filtri/vf-55cpam
E l'ho usato su una bridge superzoom Sony HX400V dove ha fatto veramente la differenza (le variazioni cromatiche e di saturazione che ottenevi erano imbarazzanti, a volte persino eccessive).
Ora lo stesso filtro su Alpha 6400, con obiettivo 18-135 Sony, ha un'efficacia ridottissima, tant'è vero che fatico a vedere differenze ruotando il filtro (mentre sulla macchina precedente era impossibile non notarle, specie su cielo, mare e prati).
C'è un motivo per questo? Forse la 6400 compensa istantaneamente il filtro con l'esposizione automatica?
Uso quasi sempre la macchina in P, A o S. Forse con esposizione bloccata o modalità M le differenze sarebbero più evidenti (mi sta venendo in mente ora mentre scrivo)?
Grazie mille,
Mario
Il filtro polarizzatore ha effetto sulla luce polarizzata: riesce a fare selezione in base al suo orientamento.
Questo consente di regolare l'incidenza dei riflessi, e come conseguenza anche sulle foschie.
L'effetto visivo è di maggior contrasto delle immagini.
Come effetto "indesiderato" ha che si ha pure perdita di luminosità generale (circa 1 stop).
Mettere o non mettere il filtro quindi porta ad una diversa esposizione (foto più o meno luminosa se si hanno i parametri bloccati, o cambio di parametri di scatto se sono in automatico).
Ruotando il filtro non si ha una variazione generale dell'immagine ma solo delle porzioni di immagine che hanno una componente polarizzata (sostanzialmente i riflessi).
Venendo alle tue difficoltà dipende cosa intendi: se vuoi vedere la cadute di luce tra filtro/non filtro se blocchi i parametri vedrai la differenza.
Se vuoi vedere l'effetto del polarizzatore sulle zone a luce polarizzata devi ruotare la ghiera. Per un confronto diretto con altre fotocamere è necessario essere esattamente nella stessa posizione nello stesso momento con entrambe, altrimenti le condizioni cambiano e l'effettro del polarizzatore pure.
In linea generale io ho smesso di usare i polarizzatori da quando sono passato al digitale.. superflui in quasi tutte le situazioni (es ricerca di maggior saturazione nei paesaggi), meglio gestibili in postproduzione.
Ciao,
grazie mille per la risposta.
Avendo usato il polarizzatore per un paio di anni sulla HX400V ero ben abituato sia a come usarlo (e come è più o meno efficace a seconda dell'angolo incidente della luce) sia agli effetti ampiamente riscontrabili già solo agendo sulla ghiera nel mirino elettronico, specialmente puntando a oggetti illuminati "lateralmente" rispetto al sole e non verso o in opposizione al sole stesso.
Verdi e cieli più saturi, mare senza riflessi ecc. Quando ho iniziato a usarlo non ci credevo.
Ciò che mi sembra molto strano è che lo stesso polarizzatore sembra pesantemente meno efficace sulla a6400, le differenze che vedo ruotando la ghiera sono assolutamente meno evidenti, i cambiamenti sono molto più sottili.
Per questo mi stavo chiedendo se magari la buona vecchia HX400V aveva qualcosa di diverso che rendeva il polarizzatore così "importante". Quando lo uso ora è come se la a6400 compensasse, o rendesse molto meno eclatante, l'effetto del filtro.
Davvero strano, e altrettanto strano che stia facendo fatica a trovare riscontri analoghi in giro.
A meno che la differenza non stia "banalmente" nel mirino elettronico che non rappresenta correttamente ...
- Mario
Ripeto, non so sul sensore della bridge (senza dubbio meno performante), ma con i sensori delle APS-C e fullframe la saturazione dei colori e la gamma dinamica è già talmente alta e gestibile che il polarizzatore è superfluo.
L'effetto polarizzante devi comunque vederlo: un riflesso su un vetro devi poterlo attenuare o esaltare con filtro, non c'è meccenismo possibile di compensazione all'interno della fotocamera
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